Per conoscere le novità e le peculiarità del nuovo Lezionario ambrosiano, offriamo, sotto forma di domanda e risposta, un contributo di don Norberto Valli.
COSA SI INTENDE CON IL TERMINE LEZIONARIO AMBROSIANO?
Il Lezionario è il libro liturgico nel quale sono riportati i brani
biblici per le celebrazioni festive e feriali nel corso dell'anno. Esso
raccoglie insieme le parti spettanti ai vari ministri della Parola (il lettore,
il salmista, il diacono, il presbitero), ossia le letture, il salmo responsoriale,
il canto al Vangelo e il Vangelo. Per un suo utilizzo agevole, il Lezionario
è abitualmente suddiviso in diversi libri, riservati alle celebrazioni
festive, feriali e dei santi, alle messe rituali (per l'amministrazione
di sacramenti e sacramentali) e per varie necessità.
QUALI SONO LE SCELTE PIÙ INNOVATIVE?
Il Lezionario ambrosiano recupera la scansione tradizionale dell'anno liturgico
in quattro tempi ben delineati:
- Tempo dopo l'Epifania, (dal Battesimo di Gesù alla Quaresima)
- Tempo dopo la Pentecoste: (dalla Pentecoste al Martirio di san Giovanni
il Precursore)
- Tempo dopo il Martirio di san Giovanni il Precursore: (dalla domenica
dopo il Martirio fino alla domenica della Dedicazione del Duomo)
- Tempo dopo la Dedicazione: (dalla Dedicazione fino all'Avvento)
Una seconda scelta innovativa del Lezionario è l'estensione, con
modalità diverse, a tutto l'anno liturgico dell'ordinamento "festivo"
del sabato mattino, che prevede d'ora in poi sempre tre brani biblici (in
Avvento: Profezia - Epistola - Vangelo; in Quaresima: Lettura - Epistola
- Vangelo; nel tempo pasquale: Atti - Epistola - Vangelo; nel tempo dopo
l'Epifania e nel tempo dopo Pentecoste: Lettura - Epistola - Vangelo).
Merita, inoltre, una particolare menzione la scelta operata per i sabati
dopo Pentecoste fino all'Avvento. Sulla base della proclamazione sabbatica
delle Scritture, che ha alimentato l'esperienza religiosa dei primi discepoli
e li ha preparati a riconoscere in Gesù il Cristo di Dio, la prima
lettura è sempre tratta dal Pentateuco (in particolare Esodo, Levitico,
Numeri, Deuteronomio, perché il libro della Genesi è letto
sistematicamente in Quaresima). Questa proclamazione della Legge è
accompagnata da un apposito testo apostolico, che ne sviluppa l'interpretazione
in riferimento alla rivelazione cristiana.
I LEZIONARI IN USO SARANNO TUTTI SOSTITUITI?
Per il momento il cambiamento riguarda il Lezionario festivo e feriale.
Le letture per le solennità e le feste dei santi continueranno ad
essere prese dal Lezionario ambrosiano ad experimentum e dal Lezionario
dei santi romano, fino alla prevista pubblicazione del corrispondente ambrosiano.
Il nuovo Messalino per i fedeli non riporterà i formulari e letture
delle feste dei santi, per le quali occorrerà fare riferimento ancora
ai testi in uso.
E COME È ORGANIZZATA LA PROCLAMAZIONE DEI VANGELI?
Il Lezionario ambrosiano non ha abbandonato la lettura semicontinua dei
Vangeli. Ha rinunciato a utilizzarla la domenica, ma non nei giorni feriali.
La proclamazione di un determinato Vangelo è orientata a distinguere
i diversi tempi.
- Avvento: Matteo
- Dopo l'Epifania: Marco
- Pasqua: Giovanni
- Dopo Pentecoste: Luca
Dopo queste prime informazioni, indispensabili per una conoscenza generale
del Lezionario ambrosiano, possiamo soffermarci sulle tre grandi sezioni,
relative al mistero dell'Incarnazione, della Pasqua e della Pentecoste.
E ORA COSA SUCCEDE?
Rispetto alla situazione descritta, la pubblicazione del Lezionario ambrosiano
consente di superare ogni parzialità e provvisorietà, ritrovando
una modalità di proclamazione della Scrittura più attenta
alla tradizione ambrosiana e con una forte sensibilità ecumenica.
Si tratta allora di scoprire e apprezzare un Lezionario progettato sulla
base di scelte attestate in modo costante dalla documentazione liturgica
in nostro possesso che, per colmare eventuali lacune nelle fonti, osa sviluppi
nuovi, determinati dalle esigenze liturgiche e pastorali odierne.
Come ha affermato con forza il cardinale Tettamanzi, in ogni tradizione
liturgica il Lezionario è elemento qualificante e irrinunciabile,
"perché mediante l'organizzazione della proclamazione liturgica
delle Sacre Scritture si modula una peculiare proposta catechetica e mistagogica
e si veicola una specifica sensibilità teologica e spirituale".
In altri termini, continuando a mantenere un Lezionario "preso in prestito"
da un'altra tradizione liturgica, il rito ambrosiano avrebbe rinunciato
a tramandare la propria peculiare modalità di leggere le Scritture
e di creare raccordi tra i due Testamenti. Sarebbe così mancato all'intera
Chiesa un contributo rilevante che arricchisce la sinfonia delle differenze
rituali nell'unica lode che sale a Dio dai suoi figli.
CON QUALE STRUTTURA SI PRESENTA IL LEZIONARIO AMBROSIANO?
Il Lezionario ambrosiano, quanto al contenuto, è composto da tre
libri, in relazione ai tre grandi misteri che costituiscono i cardini dell'anno
liturgico:
- Mistero dell'Incarnazione
- Mistero della Pasqua
- Mistero della Pentecoste
Quanto alla forma editoriale, ciascuno dei tre libri prevede un volume festivo e un volume feriale che, per il mistero della Pentecoste, sarà, a sua volta, suddiviso in due tomi.In futuro verranno, inoltre, pubblicati il Lezionario per le celebrazioni dei santi e quello riservato alle messe rituali e per diverse necessità.
COME SONO ORDINATE LE LETTURE DELLA MESSA?
Nelle domeniche e nelle feste i brani biblici sono sempre tre, indicati, d'ora in poi, secondo la modalità tipicamente ambrosiana:
- Lettura (tratta dall'Antico o dal Nuovo Testamento)
- Epistola (sempre ed esclusivamente tratta dalle Lettere di Paolo o agli
Ebrei)
- Vangelo
Si mantiene la ciclicità triennale (A, B e C), non più,
però, legata alla proclamazione dei sinottici in maniera semicontinua.
A questo criterio, scelto a suo tempo per il rito romano, subentra quello
più conforme alla tradizione ambrosiana, dell'unità tematica.
I tre testi proposti, (Lettura, Epistola e Vangelo), con il Salmo e il Canto
al Vangelo, vanno a comporre un quadro organico, entro il quale risalta
un aspetto del mistero di Cristo.
Il sabato, secondo l'antico uso della Chiesa milanese, conserva un carattere
festivo. Dunque, per le messe che si celebrano al mattino, sono previste
tre letture, a ciclo biennale (anno I, anno II).
Anche i giorni dell'Ottava di Natale, dell'Ottava di Pasqua e quelli dall'Ascensione
alla Pentecoste prevedono tre letture, a ciclo unico.
Le ferie di Avvento e Quaresima si distinguono per l'ordinamento speciale
della liturgia della Parola: si leggono infatti sempre due Letture dell'Antico
Testamento e il Vangelo. Non è dunque prevista l'Epistola. I restanti
giorni feriali mantengono la Lettura dall'Antico o dal Nuovo Testamento
a ciclo biennale e il Vangelo.
QUALI NOVITÀ SONO PREVISTE PER LA MESSA DEL SABATO SERA?
La messa del sabato sera viene spesso chiamata impropriamente "prefestiva". In realtà, si tratta a tutti gli effetti della prima messa della domenica, che si celebra al tramonto del sabato, quando, secondo il computo già conosciuto nella Bibbia, si entra nel nuovo giorno. Si dovrebbe dunque utilizzare la definizione più corretta di "messa vigiliare", che apre alla Pasqua settimanale.
Uno degli aspetti più interessanti del Lezionario ambrosiano è l'introduzione, nei riti iniziali, di questa santa messa vigiliare, del Vangelo della Risurrezione. La proclamazione di uno degli annunci pasquali che i quattro Vangeli hanno tramandato sarà un segno forte che contraddistinguerà l'ingresso nel giorno del Signore.
QUESTO SARÀ L'UNICO MODO DI CELEBRARE LA MESSA DEL SABATO SERA?
In alternativa alla modalità descritta, certamente da preferire per
la bellezza dei segni liturgici, si richiede di introdurre nell'ordinamento
consueto della celebrazione eucaristica almeno la proclamazione del Vangelo
della Risurrezione, assegnato dal Lezionario alla vigilia di ogni domenica.
Dopo il segno della croce, il sacerdote all'altare introdurrà l'annuncio
con una breve monizione e, conclusa la pericope evangelica, acclamerà
con l'assemblea al Signore risorto.
La messa proseguirà poi al modo solito, con il Gloria (se prescritto),
l'orazione e le tre letture domenicali.
Sia in questo che nel caso precedente, sarà inoltre possibile accompagnare
la conclusione del Vangelo della Risurrezione con il suono delle campane,
per indicare anche esteriormente la gioia dei credenti nel dare inizio alla
Pasqua della settimana.
ANCHE IN QUARESIMA SI PROCLAMANO I VANGELI DELLA RISURREZIONE?
Solo alla vigilia della prima domenica di Quaresima, dopo aver cantato nel
responsorio dei Vespri per l'ultima volta l'Alleluia, si proclamano come
Vangelo di Risurrezione i versetti conclusivi di Marco.
Nella tradizione ambrosiana, infatti, la domenica all'inizio della Quaresima
non era considerata, come oggi, parte integrante dell'itinerario dei Quaranta
giorni e aveva una tonalità festiva che la scelta del Lezionario,
a suo modo, rievoca.
Nelle settimane seguenti, invece, alla vigilia del giorno del Signore si
sottolineerà piuttosto l'attesa che si compie con il triplice annuncio
nella solenne Veglia pasquale.
In luogo dei Vangeli della Risurrezione, si leggeranno allora i quattro
racconti della Trasfigurazione del Signore che sono un preludio alla gloria
della Pasqua.
Alla vigilia della domenica delle Palme sarà, infine, annunciata
la parola di Gesù stesso, che interpreta il segno di Giona per tre
giorni e tre notti nel ventre del pesce come presagio della sua morte e
risurrezione.
Dopo aver chiarito le novità previste per la messa vigiliare della
domenica, possiamo addentrarci nella struttura del Lezionario che già
abbiamo descritto per comprenderne maggiormente l'articolazione.
DA QUALI LIBRI SONO TRATTE LE LETTURE NEI GIORNI FERIALI?
- Avvento: Profeti maggiori e minori
- Ferie prenatalizie: Ester e Rut
- Ferie tra Epifania e Battesimo del Signore: Cantico dei Cantici
- Settimane dopo l'Epifania: Libri sapienziali
- Quaresima: Genesi e Proverbi
- Settimana Autentica: Giobbe, Tobia, Giona
- Settimane di Pasqua: Atti degli Apostoli
- Settimane dopo Pentecoste: Libri storici veterotestamentari
- Settimane dopo il Martirio di san Giovanni: Lettere degli Apostoli
- Settimane dopo la Dedicazione: Apocalisse
Giovedi santo 20 marzo 2008 il card. Tettamanzi ha annunciato che dall'Avvento
2008 entrerà in vigore il nuovo Lezionario ambrosiano. Ora prevale
il criterio "tematico": ogni domenica mette in risalto un aspetto
della vita di Gesù e del suo insegnamento, sostenuto dalla lettura
di un brano dell'Antico Testamento e delle Lettere di San Paolo.
Le "domeniche a tema" in parte già esistono, ma la grande
novità sarà nel periodo successivo alla Pentecoste. Il termine
"domeniche a tema" è"riduttivo" e va comunque
spiegato, anche perché va inteso in "due sensi".
E cioè?
Il primo senso, il più bello e più profondo, è che
la domenica viene messo a tema un mistero cristiano. In particolare le "domeniche
a tema" sono tutte quelle dell'Avvento, del Natale, della Quaresima,
del Triduo e del tempo di Pasqua, come è già adesso, sia nel
rito ambrosiano sia nel romano. Ogni domenica si celebra quindi un mistero
cristiano, per esempio in Quaresima quello dell'incontro tra Cristo e la
samaritana, poi tra Cristo e il cieco nato, il mistero della risurrezione
di Lazzaro
Il secondo senso invece qual è?
Che le domeniche a tema vengono riprese anche dopo la Pentecoste e questa
è la novità. Non si parlerà più di "tempo
ordinario", ma nelle domeniche successive alla Pentecoste si ripercorreranno
le tappe fondamentali della storia della salvezza. Si partirà infatti
dalla creazione, poi si passerà alla caduta dell'uomo nel peccato
(il cosiddetto peccato originale), quindi alle grandi figure dell'Antico
Testamento come Giacobbe, Abramo, Mosè e Davide. Ma queste figure
non saranno prese in se stesse, ma in quanto tappe di una storia che ha
in Cristo il suo senso e il suo compimento. Quindi la prima lettura, la
seconda e il Vangelo illustreranno insieme una tappa della storia della
salvezza.
Questo significa che ci sarà sempre una stretta correlazione delle
tre letture della messa?
Esatto. Nella domenica a tema non ci sarà più, come avviene
attualmente nel tempo ordinario, la prima e terza lettura che cercano di
andare d'accordo e la seconda che va per conto proprio, ma tutte e tre "girano"
sulla stessa tematica e sono quindi unitarie.
"Cambia la messa". Così hanno titolato alcuni giornali
dando la notizia che l'Arcivescovo di Milano aveva promulgato il nuovo Lezionario
ambrosiano, in vigore con l'Avvento di quest'anno. In parte è vero,
perché per celebrare la messa non è sufficiente il messale,
che riporta le preghiere e ne descrive i riti. È necessario anche
il Lezionario. In esso vengono raccolti in maniera ordinata i brani della
Bibbia scelti per caratterizzare ogni celebrazione.
Non è infatti lo stesso celebrare la messa di Natale o quella di
Pasqua. Al centro vi è sempre il ricordo vivo del Signore Gesù,
ma la sua figura e la sua azione sono così ricche che richiedono
di esser accostate gradualmente, mettendo in evidenza di volta in volta
solo qualche aspetto.
Occorre tutto un anno di celebrazioni, quello che chiamiamo l'anno liturgico,
per riuscire ad accostare l'insieme delle azioni e dell'insegnamento del
Signore. Le letture tratte dalla Bibbia, proclamate nella prima parte della
messa, concorrono in maniera determinante a mettere in risalto e a far rivivere
l'aspetto specifico del mistero della vita di Cristo celebrato di volta
in volta.
I vari brani della Bibbia sono stati scelti in continuità con l'uso
del passato, che in qualche caso risale addirittura al tempo di Sant'Ambrogio,
e introducendo in maniera armonica le novità richieste dalla situazione
attuale. Tra queste vi è la lettura di un brano di Vangelo sulla
risurrezione di Gesù, posta all'inizio della messa festiva quando
è celebrata il sabato sera.
Che la domenica sia il giorno del ricordo settimanale della risurrezione
del Signore non è più un dato evidente per tutti. Anche il
modo usuale di esprimerci lascia in ombra il carattere sacro della domenica:
è l'ultimo e non il primo giorno della settimana. E questo anche
per molti cristiani.Inoltre in tanti, che abitualmente partecipano alla
messa festiva del sabato, si sta radicando l'idea di partecipare a una messa
"prefestiva" e non alla messa "festiva" della domenica,
giorno che inizia con il tramonto del sole del sabato, secondo l'antica
tradizione ebraica e cristiana. Vi è un elemento importante da salvaguardare:
dobbiamo tenere viva e trasmettere la consapevolezza che la domenica è
la Pasqua settimanale e che la celebrazione eucaristica è il modo
vero di incontrare Gesù morto e risorto.
Come sottolineare in maniera incisiva e continuativa il significato della
domenica? La risposta è venuta riflettendo sull'usanza della Chiesa
di rito greco, che celebra la risurrezione di Gesù nella solenne
preghiera del mattino della domenica, e su una antica consuetudine liturgica
ancora in vigore da noi.
Alcune feste (come l'Epifania, la Pentecoste, la festa del Santo patrono)
sono aperte da una celebrazione vigiliare. Perché non estendere a
tutte le domeniche questa possibilità? Certo è difficile pensare
che, ogni settimana, tutte le comunità siano in grado di celebrare
in maniera solenne una vigilia. Questo lo si può riservare ad alcune
occasioni. Negli altri sabati il sacerdote celebrante inizierà la
messa festiva di vigilia con la lettura di un brano di Vangelo che parla
della risurrezione di Gesù, come avviene a Gerusalemme nella chiesa
del Santo Sepolcro.
Sono 12 i brani disponibili, più altri specifici per il periodo quaresimale.
Non c'è quindi rischio di monotonia, perché uno stesso brano
viene letto al massimo quattro volte in un anno. E non vi sono nemmeno riti
complicati da compiere: la proclamazione del Vangelo della risurrezione
prende il posto dell'atto penitenziale, perché è proprio l'adesione
a Gesù morto e risorto che ci fa accogliere il suo perdono.
Prima del messale del 1976, terminata la lettura del Vangelo il sacerdote
baciava il libro dei Vangeli e diceva: "Per evangelica dicta, deleantur
nostra delicta" (Seguendo le parole del vangelo, siano cancellate le
nostre colpe). Non un gesto di tipo quasi magico, ma un'espressione di deferenza
e di impegno verso il Signore Gesù, che è la vera e completa
"buona notizia".
Ogni sabato, senza bisogno di tante spiegazioni, la lettura del Vangelo
della risurrezione aiuterà a tenere vivo il ricordo del significato
della domenica, giorno del Signore risorto.