Notizie storiche
XIII - XIV (costruzione intero bene)
La prima notizia della cappella dedicata a S. Genesio, a valle del borgo
di Sarigo, risale all'elenco noto come Liber Notitiae Sanctorum Mediolani,
compilato alla fine del XIII sec. o altri inizi del secolo successivo.
XVI - XVII (restauro e ampliamento intero bene)
Sono evidenti, a chi contempli la fiancata a valle della chiesetta, le diverse
fasi di ampliamento a cui fu sottoposto il nucleo originario dell'edificio,
progressivamente allungato verso ovest, di campata in campata, durante momenti
anche cronologicamente molto distanti tra loro. Tuttavia, l'assenza di documentazione
edita non permette, sinora, di stabilire un arco temporale attendibile per
i lavori. Sicuramente, la riforma dell'abside, in origine, s'immagina, a
terminazione semicircolare, fu completata entro la seconda metà del
XVI sec. Entro il XVII sec., invece, si giunse alla facciata attuale, impreziosita
con rustico portichetto. Che questi siano gli estremi, piuttosto ampi, entro
i quali fu compiuta la riforma dell'antica chiesa, è dimostrato sia
dalle estese porzioni di affreschi, risalenti al XVI sec., distribuite omogeneamente
lungo la parete settentrionale del fabbricato, sia dall'altare maggiore
ligneo, databile al XVII sec.
Descrizione
Suggestiva chiesetta collocata in ancor più suggestiva località,
lungo i sentieri che, da Sarigo, discendono tra i boschi verso la media
Val Travaglia, e nei pressi di un torrente. Il pronao della chiesa si protende
sopra uno di questi percorsi e offriva ai viandanti un riparo e l'occasione
di un momento di preghiera per il quale erano allestiti due improvvisati
inginocchiati in pietra davanti alle due finestrelle, sempre aperte ai lati
del portale centrale. L'edificio è frutto di diverse fasi costruttive
e si presenta oggi come un allungato invaso al termine del quale, verso
oriente, s'innalza l'altare maggiore. Destano interesse i cicli affrescati
di cui restano cospicue tracce sulla parete settentrionale; meritano attenzione,
in particolare, un S. Martino che dona il mantello al povero e un'Ultima
Cena.
Coperture
La chiesa, il portichetto e la sacrestia laterale sono coperti con falde
di tetto sorrette da ordito ligneo; il manto di copertura, omogeneo su tutto
il complesso, è in coppi.
Pianta
La chiesa si sviluppa in un'unica aula che comprende, nella campata terminale,
il presbiterio. La sacrestia si sviluppa in locali accessori, giustapposti
al fianco settentrionale e con accesso dal settore dell'altare.
Struttura
Le murature d'ambito sono realizzate in pietrame misto legato da giunti
di malta; le pareti interne sono intonacate; quelle esterne sono prevalentemente
intonacate.
Impianto strutturale
L'invaso interno, un'unica aula a pianta rettangolare, è suddiviso
in tre campate, l'ultima destinata a presbiterio. Le tre campate sono coperte
con volta a botte "unghiata", nella quale è stata cioè
ricavata un'ampia lunetta per ospitare la finestra, aperta all'altezza del
cornicione, per l'illuminazione interna.
Opere d'arte
La parete settentrionale dell'aula fedeli presenta diversi cicli affrescati,
in gran parte coperti con scialbi. Risalenti al XVI sec., attendono una
corretta identificazione iconografica e l'attribuzione ad una bottega operante
tra Alto Milanese e il lago Maggiore. Allo stato attuale, i lacerti sopravvissuti
mostrano: un'Ultima Cena, S. Martino che dona il mantello al povero, i santi
Rocco e Sebastiano e un Cristo nella mandorla mistica fra gli angeli.
Altare maggiore
L'altare maggiore è buon lavoro di ebanisteria della metà
del XVII sec. Si compone di una slanciata ancona circondata da lesene scolpite
e con elaborata cimasa, coronata di motivi vegetali e angeli dorati. L'area
presbiteriale è ancora delimitata dalla balaustra settecentesca in
marmi policromi.
Campanile
Il campanile s'innalza presso il presbiterio, sul fianco meridionale, ossia
verso l'abitato.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento dell'aula fedeli è in mattonelle di graniglia; il pavimento
del presbiterio è in mattonelle di cemento. Entrambi sono frutto
di un non documentato intervento dei primi decenni del XX sec. Più
antico, invece, il bel pavimento di beole sotto il pronao, con lastre irregolari
posate all'ingiro di una centrale, in forma di grande cerchio per riprende
il cartiglio sommitale della volta soprastante.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (1967)
Attorno al 1967, per dar corso ad un primo adeguamento liturgico, l'area
presbiteriale della chiesa fu dotata di una nuova mensa d'altare in forma
di semplice tavolo ligneo mobile. Sopravvive sia l'altare a parete seicentesco,
sia la balaustra settecentesca di delimitazione verso l'aula dei fedeli.