XVI (costruzione intero bene)
La prima menzione dell'edificio sacro nella frazione di Nasca risale al 1523 e coincide con l'istituzione di una messa settimanale, celebrata dal sacerdote della Canonica di S. Vittore, al sostentamento della quale gli abitanti del luogo si impegnarono con apposito istrumento. Non è dato sapere forme e dimensioni di questa primitiva chiesetta; è certo che, per esser sorta in tempo di peste, ebbe originaria intitolazione a S. Rocco.
La chiesa fu ricostruita per voto, ancora una volta durante un'ondata di peste. L'avvio del cantiere si collocherebbe attorno al 1630; nel 1635 i lavori erano ancora in corso.
Nel 1733 fu sottoposto all'approvazione degli uffici diocesani un progetto di rifacimento integrale che prevedeva, al termine dei lavori, di ottenere una più capace chiesa a navata unica, con ampie cappelle affrontate, e presbiterio quadrangolare. Il prolungarsi del cantiere produsse varianti sostanziali in corso d'opera. Nel 1750, infatti, fu terminata una chiesa ben diversa, con aula unica rettangolare e ampio catino absidale poligonale. La data di fine lavori è incisa sul portale. La chiesa rinnovata ebbe nuova intitolazione, assumendo quella a Maria Santissima Immacolata che ancora conserva.
Nel 1966 il parroco, Ambrogio DellOrto, commissionò a Mario
Bogani una complessa opera di decorazione interna (prevalentemente ad acrilico
su muro) che coinvolse lintera abside e coincise con ladeguamento
del presbiterio ai nuovi canoni conciliari, opera terminata entro il 1967.
Descrizione
La chiesa si affaccia alla contrada centrale della frazione di Nasca.
La necessità di adeguarsi ad un impianto urbanistico già impostato,
determinò l'anomala esposizione dell'altare, che fu orientato a nord.
Prevalse, insomma, la volontà di adeguarsi a criteri di accessibilità
e di decoro urbano. A quest'ultimo aspetto contribuì la bella facciata,
ultimata nella metà del XVIII sec. e caratterizzata da ampie campiture
chiare sulle quali risaltano lesene e cornici in pietra più scura,
in modi estetici ancora debitori delle fortunate formule seicentesche diffuse
nell'area del medio Verbano. La chiesa si sviluppa in un'ampia e unica navata
terminante in un'abside poligonale della medesima ampiezza. La navata è
scandita in tre campate ciascuna delle quali è coperta da una volta
a botte "unghiata". Nella campata mediana si aprono due cappelle,
una per parte. La percezione dell'arioso impianto settecentesco è
in parte compromessa da una vivace decorazione pittorica dipinta durante
un intervento eseguito nei primi decenni del Secondo Dopoguerra. A sinistra
dell'ingresso si trova la nicchia del battistero. Sulla cantoria in controfacciata
si trova l'organo, strumento eseguito da bottega ancora anonima e installato
nei primi anni del XX sec. Il campanile si eleva sul fianco orientale, presso
il presbiterio.
La chiesa si sviluppa in un'ampia e unica navata terminante in un'abside
semicircolare della medesima ampiezza. Nella campata mediana si aprono due
cappelle, una per parte. Sacrestia e ambienti di servizio si sviluppano
in appendice al presbiterio.
I pavimenti furono interamente rifatti nei primi decenni dopo la Seconda
Guerra Mondiale, quando furono posate le tesserine a mosaico che compongono
i riguardi geometrici della navata e le scene figurative, a soggetto biblico,
del presbiterio.
La navata è coperta da un tetto a due falde sostenuto da un colmo
centrale. L'abside è coperto da falde impostate su un profilo poligonale
che si adegua alla terminazione circolare del presbiterio. Il manto di copertura
è in coppi.
Opere d'arte
Le due statue sulla facciata, ospitate in due nicchie ai lati del portale,
furono donate nei primi anni del XX sec. dalla contessa Mayneri, che possedeva
una grande villa nella località. Raffigurano San Rocco, a ricordo
dell'antica intitolazione della chiesa, e San Giuseppe.
Entro il 1967, il parroco Ambrogio dell'Orto promosse un radicale rinnovamento
dell'area presbiteriale. Eliminata l'antica balaustra e sostituito il pavimento,
furono installati i nuovi elementi d'arredo fissi: mensa d'altare centrale,
due pulpiti simmetricamente disposti ai lati del presbiterio e una fila
di panche lungo il perimetro dell'abside. Tutto il corredo fu realizzato
in muratura e rivestito con lastre di marmo.