Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo <San Pietro, Castelveccana>

Notizie Storiche

XII - XIII (costruzione intero bene)

La prima menzione dell'edificio sacro risale al 1225, quando la chiesa era già intitolata a san Pietro. La costruzione (o ricostruzione sul luogo di preesistenze non documentate) sarebbe stata dunque avviata negli ultimi decenni del XII sec. Di questo primitivo impianto non rimane traccia, né sembra possibile associarlo alla chiesa, piuttosto ampia, che fu visitata e descritta nella seconda metà del XVI sec. dai delegati diocesani.

Le relazioni delle visite pastorali cinquecentesche consentono di ricostruire le dimensioni e le fattezze di una chiesa a navata unica, relativamente ampia, coperta con soffitto ligneo a vista retto da tre archi trasversi, l'ultimo dei quali costituiva l'arco trionfale del presbiterio. La tipologia era ricorrente, tra XIV e XV sec., nell'area tra l'alto lago Maggiore e il lago di Lugano. L'abside aveva terminazione circolare ed era correttamente orientata a est. In questa fase fu innalzato il campanile.

Nel corso del XVII sec. si pose mano ad una fase di radicale revisione dell'antico edificio, solo in parte mantenuto. La chiesa uscita da queste riforme è nota solo per via documentale e il suo assetto è ricostruibile tramite le descrizioni ricavabili dalle visite pastorali. Mancano, pertanto, estremi cronologici precisi; in ogni caso, i lavori erano conclusi nel 1683. La nuova chiesa mantenne, dell'antica, l'invaso, corrispondente alla larghezza dell'aula fedeli. Attorno a questa furono aperte due cappelle quadrangolari per lato. Fu ribaltato l'orientamento, portando l'ingresso verso est e creando un presbiterio, pure quadrangolare, verso occidente.

I lavori di ampliamento intrapresi dalla metà del XVIII sec. non sono documentati. Le opere sarebbero state avviate attorno al 1760 e si sarebbero concluse nel 1780 circa. In parte fu ripreso lo spirito di rinnovamento impresso alla fabbrica ecclesiastica nel corso del secolo precedente. Rispettato in tutto l'impianto della chiesa, così come ereditato, con due cappelle laterali per lato, si scelse di prolungare l'invaso di una campata, in modo da poter collocare, a sinistra dell'ingresso, la cappella del battistero e, a destra, un vano per l'accesso alla cantoria. La nuova facciata, scandita da lesene corinzie, riflette, semplificandoli, modelli neoclassici già allora ampiamente diffusi anche lontano dai centri principali.

La campagna di decorazione delle pareti interne, di navata e cappelle laterali, fu portata avanti per lungo tempo, tra il 1942 e il 1954. All'opera parteciparono diversi decoratori. La regia dell'impresa rimase saldamente nelle mani del prof. Paolo Rivetta e di Giovanni Battista Pedrocca.

Descrizione

La chiesa si apre, con bel sagrato cinto dalle cappelle di un'evanescente Via Crucis, alla piazza centrale della frazione di S. Pietro. Il complesso si trova ai piedi della salita che conduce ad una rocca, dominante le acque del lago Maggiore, oggi nota come Rocca di Caldè e, un tempo, almeno dal X sec., presidio castellano dell'arcivescovo di Milano. La pianta della chiesa si compone di un'aula unica rettangolare e di un presbiterio a terminazione rettilinea; navata e presbiterio hanno medesima ampiezza, per cui è venuta a mancare ogni forma di risalto spaziale e gerarchico tra le diverse componenti dell’ambiente interno. In ogni caso, la chiesa è di ariose proporzioni soprattutto per l'ampia volta a botte che copre navata e presbiterio senza soluzione di continuità. Gli accesi cromatismi delle decorazioni novecentesche non impediscono agli ornati seicenteschi e settecenteschi di risaltare; tra questi, i bei capitelli in stucco dorato e l'altare maggiore a parete, opera della metà del XVII sec. Interessante anche il pulpito, lavoro di intaglio ligneo risalente alla fine del XVII sec. L'organo proviene dalla bottega Mascioni (1937). La nuova risale alla fine del XVIII sec.: scandita da lesene corinzie, riflette, semplificandoli, modelli neoclassici già allora ampiamente diffusi lontano dai centri principali. Il campanile, con bella tessitura muraria in file regolari di pietre e terminazione a cuspide in laterizi, risale al XIV-XV sec.
La navata maggiore è coperta da due falde di tetto che percorrono il fabbricato dalla facciata all'abside rettilinea. Le file delle cappelle laterali sono coperte da una falda unica per parte. Tutti i manti di copertura sono in pietra, sorretti da ordito ligneo principale e secondario.

All'interno, i capitelli settecenteschi delle lesene corinzie, che scandiscono la navata unica, rappresentano un buon campionario di una certa maestria nella lavorazione dello stucco che caratterizzava la manodopera locale.
Impianto strutturale
La navata unica e il presbiterio sono coperti da una volta a botte scandita in cinque campate da altrettanti archi trasversali. Ogni campata della volta a botte è interrotta da due ampie lunette per parte, create per ospitare le finestre del cleristorio aperte per garantire sufficiente illuminazione allo spazio interno. Le cappelle laterali sono coperte con volta a botte.
Nell'ultima campata, a destra, all'altezza dell'altare maggiore, si può ammirare un affresco con il Battesimo di Cristo, forse da riferire al XVI sec. e lascito principale delle precedenti fasi costruttive della chiesa. L'altare maggiore, con ancona, posto sulla parete di fondo del presbiterio, è pregevole lavoro in stucco che trova paragoni con altri esemplari nell'alto Verbano lombardo, risalenti all'ultimo quarto del XVII sec. Tra gli altari laterali, quello della Madonna del Rosario è lavoro dei primi decenni del XVIII sec., in marmi policromi. Interessante anche il pulpito, lavoro di intaglio ligneo risalente alla fine del XVII sec.

La navata maggiore offre ancora al visitatore la possibilità di contemplare un ben conservato pavimento in lastre di beola, posate a spina di pesce, da riferire a lavori della fine del XVIII sec. o agli inizi del XIX sec. Nelle cappelle laterali e sul presbiterio, invece, ricorrono diversi marmi, frutto di differenti e non sempre omogenei interventi di sostituzione.

La pianta della chiesa si compone di un'aula unica rettangolare e di un presbiterio a terminazione rettilinea; navata e presbiterio hanno medesima ampiezza, per cui è venuta a mancare ogni forma di risalto spaziale e gerarchico tra le diverse componenti dello spazio interno. In ogni caso, la chiesa è di ariose proporzioni soprattutto per l'ampia volta a botte che copre navata e presbiterio senza soluzione di continuità. La navata maggiore è accompagnata da due cappelle identiche per lato, ciascuna ospitante un altare laterale, e di due vani minori presso la facciata, uno per il fonte battesimale e quello sul lato opposto per ospitare la scala diretta all'organo. Ai lati del presbiterio si aprono altri due vani per parte con profilo esterno pareggiato a quello delle cappelle laterali; questi locali furono creati in origine come sagrestie e ambienti di servizio e sono, oggi, riunificati allo spazio liturgico della chiesa.

I lavori di adeguamento liturgico furono avviati nel 1961, quando fu collocata la mensa dell'altare in marmo, fu rifatto il pavimento dell'area presbiteriale (in precedenza di tavole di legno) e fu installata una nuova porticina al tabernacolo, questa opera dell'architetto don Marco Melzi.
presbiterio - intervento strutturale (2010)
Nel 2010 si è dato il via ad un'ulteriore rivisitazione dell'area presbiteriale che ha portato all'installazione dell'attuale mensa d'altare in muratura e marmo. Nelle diverse fasi di revisione sono sopravvissuti sia l'altare seicentesco in stucco, che s'innalza sul muro di fondo della parete del presbiterio, sia l'altare in marmi policromi che, durante il corso del XVIII sec., fu posto al centro dell'area presbiteriale.