Notizie storiche
X - X (costruzione intero bene)
La chiesa, piccolo gioiello romanico sorta in ambiente rurale, ha caratteristiche
di notevole antichità. Non è ancora sciolta, tuttavia, l'esatta
cronologia delle fasi costruttive. Secondo studi più recenti, il
primato spetterebbe all'abside, sicuramente opera della seconda metà
del X sec. Non è escluso che, in origine, l'abside formasse una sorta
di cappella aperta, magari protetta da un portichetto antistante, secondo
una tipologia replicata per secoli nell'Alto Verbano, solo in un secondo
momento, a questa cappella sarebbe stata aggiunta un'aula per i fedeli coperta,
così da costituire una vera e propria chiesa.
XI - XI (ampliamento intero bene)
La navata della chiesa di S. Michele è argomento di discussione.
Se, infatti, l'abside ha caratteristiche saldamente riconducibili al X sec.,
la navata, piccola aula rettangolare coperta con volte scandite in due campate,
possiede più di un elemento perché possa essere riferita ad
opera alto medievale: l'esilità delle sezioni murarie e il profilo
lievemente oltrepassato dell'arco trasversale di sostegno alle volte. La
difficoltà dell'assegnazione a tempo più antico o più
recente è condizionata dall'ambito culturale di realizzazione, a
forte vocazione rurale e, come tale, d'istinto più conservatore.
Allo stato delle ricerche, sembrerebbe, dunque, che la navata sia stata
giustapposta nel XI sec. all'abside, in origine semplice cappella aperta.
XII - XII (costruzione volte navata)
Nell'incertezza delle fasi cronologiche della chiesetta, il momento in cui
furono inserite le volte a botte nel vano della navata rappresenta uno dei
pochi punti fermi. L'opera, come si evince dalle tecniche costruttive e
dal parallelo con altri edifici sacri del XII sec. nell'Alto Verbano Lombardo,
fu compiuta nel entro la metà del XII sec.
XII - XVI (decorazione e cicli pittorici interno)
L'opera di decorazione interna fu compiuta in diverse fasi a partire dal
XII sec. e si concluse nel XVI sec. con il grande affresco della Madonna
"del latte" tra santi eseguito da Guglielmo Jotti da Montegrino
nella prima campata sinistra dell'aula fedeli.
1972 - 1972 (consolidamento intero bene)
Nel 1972 furono costruiti tre contrafforti esterni lungo la parete settentrionale
della navata, così da porre rimedio alla spinta delle volte interne.
Le opere facevano seguito ad altri e più modesti interventi strutturali
intrapresi dal 1945 in poi.
2000 - 2004 (restauro conservativo intero bene)
Nel 1995, don Walter Casola, parroco di Porto Valtravaglia, promosse una
intensa e definitiva campagna di consolidamento e restauro conservativo
dell'antico edificio. I lavori, con il sostegno di enti pubblici, furono
coordinati dall'ing. Carlo Vandoni e avviati nel 2000. Si pose mano a: rifacimento
del manto di copertura; opere di consolidamento tramite sottomurazione;
formazione di vespaio interno e posa di nuova pavimentazione; recupero delle
tessiture murarie delle pareti perimetrali interne; restauro conservativo
dei cicli di affreschi, ad opera del laboratorio di restauro di Giorgio
Baruta.
Descrizione L'edificio sacro è di non trascurabile importanza nei
riguardi sia dell'architettura, sia, dopo le recenti scoperte, della pittura.
Si compone di un'aula unica di 6,30 x 5,50 m circa, con abside a semicerchio
oltrepassato, larga 4,40 m e profonda 2,90 m, orientata all'uso antico,
ossia a est. La navata è coperta da volte a crociera scandite in
due campate, impostate su archi e pilastri addossati ai lati dell'aula stesa.
La copertura dell'abside è semiconica; la navata ha profilo a capanna.
L'abside ha murature di forte spessore (110 cm) e accurato paramento esterno
in pietra che, in bella evidenza, mostra una fascia di pietre a spacco posate
"a spina di pesce". I muri d'ambito della navata presentano, invece,
uno spessore non superiore ai 65 cm. La facciata, rustica e semplice, con
profilo a capanna, si orna di una porta centrale e di una lunetta, aperta
nel corso del XX sec. Il campaniletto è inserzione del XIX sec. si
sviluppa su una singolare pianta triangolare. L'interno conserva cicli di
affreschi compresi tra il XII e il XVI sec.
Pianta
La chiesa si compone di un'aula unica con abside a semicerchio oltrepassato,
orientata all'uso antico, ossia a est. La sacrestia si sviluppa sul fianco
meridionale, all'intesto tra l'aula fedeli e l'abside.
Coperture
Il manto di copertura è in "piode", ossia scandole di pietra
a spacco, ed è stato ripristinato in occasione dei recenti restauri.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento, in lastre antiche di beola bianca, recuperate allo scopo da
un demolito edificio privato in Val d'Ossola, è frutto di una ricomposizione
del recente restauro. Sino al 2000, infatti, l'aula fedeli presentava un
pavimento in cappa di malta bocciardata.
Struttura
Le murature sono in pietrame a spacco, posato su giunti di malta variabili.
Le sezioni murarie presentano ampie differenze tra l'area absidale (110
cm) e la navata (60-65 cm), segno evidente delle differenti fasi edilizie
che hanno interessato la chiesa.
Opere d'arte
I cicli affrescati più antichi risalgono al XII sec. Ancorché
mutili, vi si riconoscono tre angeli che parrebbero rivolti ad una fonte,
e un personaggio, identificato da un'iscrizione, facilmente un offerente.
Oltre questi, collocati in una nicchia a sinistra dell'abside, altri lacerti
sono stati messi in luce, sia in una nicchia corrispondente, a destra dell'abside,
sia in controfacciata; in molti settori, sono sopravvissuti anche i velari
dipinti sotto i cicli figurativi. Al XVI sec., invece, appartiene una Madonna
"del latte" con santi dipinta sulla parete della prima campata
sinistra, opera di un frescante locale, Guglielmo
Jotti da Montegrino. Un'iscrizione colloca l'affresco al 1517.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (2002)
I lavori di restauro conservativo dell'edificio, avviati a partire dal 2000,
hanno comportato anche la ridefinizione dell'area presbiteriale. In accordo
con la Soprintendenza competente, è stata levata la balaustra di
separazione con l'aula fedeli, installata in epoca imprecisata, ma nel corso
del XX sec., e l'intera quota di calpestio dell'abside, nell'ambito di riconfigurazione
generale delle pavimentazioni dell'intera chiesetta, è stata soprelevata
rispetto a quella della navata.
1) Estratto da "LOCI TRAVALIAE" - vol. XIII - edito dal Comune di Porto Valtravaglia