Chiesa di Santa Maria Assunta - Porto Valtravaglia

 

Notizie storiche
XIII - XIII (costruzione interno bene)
La chiesa compare negli elenchi del XIII sec. di cappelle e oratori presenti nel territorio dell'Alto Verbano Lombardo. A quella data risale un nucleo originario, corrispondente ad una porzione della navata centrale della chiesa attuale, come e stato possibile stabilire da alcune vecchie riprese fotografiche che documentarono, durante una fase di rifacimento delle coperture, la sopravvivenza di file di archetti in pietra in corrispondenza della gronda. Durante lavori del 1978-1979, invece, fu possibile individuare l'andamento originale dell'abside. Questa prima chiesa, dunque, era a navata unica, dalle dimensioni ragguardevoli (12,50 m in lunghezza; 5,30 m in larghezza; 7 m d'altezza), con terminazione absidale in semicerchio, secondo moduli del romanico maturo locale.
XV - 1524 (ampliamento intero bene)
La primitiva aula romanica fu ampliata con una o più campate, sino a raggiungere la lunghezza attuale, tra la fine del XV sec. e i primi decenni del XVI sec. Documenta questa tornata di lavori, contribuendo a fornire un termine ante quem, la presenza di un affresco in controfacciata con S. Rocco, datato 1524.
1540 - 1544 (ampliamento intero bene)
Nel 1540, il notaio Giroldino Porto, capostipite di un ramo della famiglia che, trasferitasi nella vicina Valcuvia, avrebbe costruito una sontuosa dimora (oggi nota come villa Della Porta-Bozzolo), stabilì, per via testamentaria, la costruzione di una cappella gentilizia in corrispondenza dell'ultima campata, presso il presbiterio, sul lato settentrionale della chiesa. La cappella fu costruita a partire dal 1544 e solo nel secolo successivo decorata da un trionfo di angeli musicanti.
1565 - 1596 (ampliamento intero bene)
I lavori intrapresi dalla famiglia Porta stimolarono ulteriori, grandi operazioni di ridefinizione integrale dell'antico invaso della chiesa romanica. La necessità di disporre di una chiesa più capace fu motivata anche dall'autonomia parrocchiale, vagheggiata da tempo e ottenuta nel 1578 per separazione dalla primitiva giurisdizione unica con la vicina comunità di S. Pietro (oggi comune di Castelveccana). Le visite diocesane, succedutesi nell'ultimo quarto del XVI sec., documentarono lavori in corso per la creazione di due navate laterali, ottenute sfondando le pareti laterali della chiesa e ricavando gli archi ed i grossi pilastri attuali, e per il rifacimento dell'abside. Il cantiere era stato aperto qualche anno prima del 1569; nel 1578, poteva dirsi concluso. Nel 1581 il cardinale Carlo Borromeo, durante la seconda visita sul posto, benedisse il rinnovato altare maggiore. Entro il 1596 fu innalzato anche il campanile.
XVII - 1664 (costruzione facciata e decorazione interna intero bene)
Solo dopo la meta del XVII sec. la chiesa assunse forme e dimensioni che rimasero immutate per i secoli a venire. La nuova facciata, infatti, fu innalzata nel 1664, come è dato di capire dall'iscrizione sull'intonaco, recentemente recuperata. All'interno, intanto, si era provveduto ad arricchire la chiesa di affreschi e opere d'intaglio ligneo. Tra i cicli pittorici principali, si segnalano quelli di Giovanni Battista Avogadro e della sua bottega sulla volta della cappella della famiglia Porta, costruita nel secolo precedente.
1925 - 1930 (restauro intero bene)
Nel 1925, il parroco, Giovanni Pozzi, promosse una campagna di radicale revisione estetica della chiesa, nel tentativo di riportarla ad una presunta forma romanica originaria. Il progetto, redatto dall'arch. Carlo Meroni e dall'ing. Piero Oldrini e presentato alla Commissione d'Arte Sacra nello stesso 1925, fu parzialmente portato a compimento: la facciata rimase quella seicentesca e i prospetti non furono rivestiti di pietre ben lavorate. Fu creato, soltanto, un portale laterale di vaga foggia medievale, rivolto alla piazzetta che si apre sul fianco meridionale della chiesa, e fu rialzato il campanile, dotandolo di una cella per le campane di analoga ispirazione. A suggello delle operazioni, il 24 novembre 1930, il card. Schuster consacrò l'altare maggiore; nella medesima occasione, ripose nell'altare le reliquie di S. Massimo Martire alle quali allegò il cartiglio originale, scritto da s. Carlo, e un secondo cartiglio, riscritto di suo pugno.
1978 - 1979 (restauro intero bene)
In occasione della revisione dell'area presbiteriale, furono compiute alcune operazioni di restauro anticipate da una campagna di scavo che portò ad individuare il perimetro e l'andamento dell'abside romanica.
2014 - 2015 (restauro conservativo intero bene )
L'ultima campagna di restauro conservativo ha interessato interni ed esterni della chiesa. Sono stati recuperati sia il ciclo decorativo nella cappella della famiglia Porta sia, all'esterno, una lunetta con Madonna e angeli sopra la porta della sacrestia, rivolta alla piazzetta laterale della chiesa. I lavori sono stati assunti dalla ditta Laboratorio San Gregorio di Busto Arsizio.

 

Descrizione
La chiesa ha impianto basilicale, con tre navate senza transetto. L'abside ha terminazione poligonale. L'ingresso si apre su una ripida scalinata discendente dalle vie centrali del borgo. La facciata principale è semplice, con profilo "a capanna" e portichetto d'ingresso sorretto da due colonnine doriche in pietra. Il fianco sinistro della chiesa è rivolto ad una piazzetta sulla quale si apre anche l'ingresso alla sacrestia e ai locali di servizio, distribuiti ai lati dell'abside. L'interno è illuminato da una teoria di finestre aperte sulle pareti delle navate laterali e su quelle del cleristorio; vi si ammirano alcune opere ad affresco, retaggio di varie fasi costruttive: un S. Rocco, del 1524, e un ciclo pittorico eseguito nel 1611 dalla bottega di Giovanni Battista Avogadro. L'organo è opera di Pietro Talamona e Giovanni Mentasti e risale al 1868. Il campanile s'innalza nei pressi dell'abside, sul lato meridionale, e prospetta sulla piazzetta laterale: per buona parte è frutto di un intervento di rialzo terminato nel 1930. La chiesa è orientata ad est.

Coperture
La navata principale è coperta con tetto a due falde; le navate laterali con falda unica. La copertura è sorretta da un ordito ligneo principale e da uno secondario ed è in coppi.
Struttura
Le murature d'ambito e di spina sono in pietrame misto.
Pianta
La chiesa ha impianto basilicale, con tre navate senza transetto. L'abside ha terminazione poligonale. Le navate sono separate da archi ribassati poggianti su pilastri a sezione quadrangolare. A sinistra dell'ingresso, in una nicchia, si trova il battistero. Gli altari laterali sono due: quello dedicato alla Madonna Assunta si trova in capo alla navata sinistra; quello di S. Carlo in capo alla navata destra.
Opere d'arte
In controfacciata, un affresco con S. Rocco rappresenta il retaggio più significativo di precedenti fasi edilizie: datato 1524, è attribuibile alla bottega itinerante di Giovanni Battista da Legnano. La volta dell'ultima campata della navata sinistra, già cappella gentilizia della famiglia Porta, è affrescata con un ciclo pittorico eseguito nel 1611 dalla bottega di Giovanni Battista Avogadro.
Impianto strutturale
La quattro campate della navata maggiore sono coperte con volte a crociera introdotte nella seconda metà del XVI sec. in luogo dei precedenti cavalletti lignei, romanici; anche le navate laterali sono coperte con volte a vela; l'abside è coperto con una volta a spicchi raccordati al vertice da un cartiglio a profilo mistilineo.
Altare maggiore
L'altare maggiore conserva il tempietto in marmi policromi innalzato in età neoclassica nel rispetto di modelli estetici ampiamente diffusi nella Diocesi di Milano.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento della navata maggiore e delle navate laterali è in seminato. Il pavimento del presbiterio è in mattonelle di marmo bianco e rosso, alternate.

Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1972)
Il primo adeguamento liturgico cui si diede seguito fu la rimozione delle balaustre, piccolo intervento strutturale compiuto nel 1972.
presbiterio - intervento strutturale (1978)
Una più compiuta opera di riforma fu portata avanti durante i lavori di ristrutturazione dell'edificio intrapresi nel 1978 e terminati nel 1979. Il nuovo altare della chiesa, quello attuale, venne realizzato nel 1978 in occasione del XXV di ordinazione del parroco don Carlo Rimoldi e fu consacrato dal mons. Bernardo Citterio il 14 agosto di quell'anno. Nel sepolcreto furono poste le reliquie dei santi Massimo, Protaso e Gervaso, Maria Goretti, Ambrogio e Carlo e Domenico Savio.