Chiesa di Santa Maria Assunta - Domo, Porto Valtravaglia

 

Notizie storiche
X - X (costruzione intero bene)
La possibilità di retrocedere almeno al X sec. la fondazione della parrocchiale di Domo è consentita dalla sopravvivenza, di fronte alla chiesa stessa, di un edificio autonomo ad uso di fonte battesimale, conservatosi ancora leggibile nelle caratteristiche riferibili ad età protoromanica. Col battistero, S. Maria Assunta componeva un complesso che replicava, in modi semplici, gli schemi adottati nei centri maggiori e che prevedevano, accanto al battistero, una chiesa grande in funzione di chiesa estiva e una chiesa più piccola, per le funzioni invernali. Anche questa seconda chiesa sopravvive a delimitazione del complesso di Domo e conserva l'intitolazione a S. Stefano.
XI - XII (ricostruzione intero bene)
Al di là delle ipotesi, la prima fase edilizia documentabile della chiesa di S. Maria a Domo risale al XI-XII sec. Tracce romaniche, infatti, presentano sia il campanile (già probabile torre militare), sia alcuni settori della parete laterale sud della medesima chiesa, parete dove sono incorporate alcune porte ora murate. Non è chiaro se la tipologia di chiesa a navata unica, con presbiterio rettangolare e tetto a vista sorretto da archi trasversi, così come descritta nelle visite pastorali cinquecentesche, sia da riferire a questo primitivo impianto o ad una riforma attuata tra XIV e XV sec.
XVII - 1684 (ampliamento intero bene)
Le prime opere di riforma documentate risalgono al XVII sec. Sul corpo della chiesa medievale furono innestate due cappelle affrontate in posizione quasi mediana, nei modi di un vero e proprio transetto. Le due cappelle, pur frutto di fasi edilizie separate, presentavano e ancora presentano una comune terminazione poligonale. Il termine ante quem per questi lavori è fissato nel 1684, anno in cui fu ultimata la cappella laterale destra, dedicata in origine a S. Antonio Abate.
1786 - 1795 (ricostruzione intero bene)
"Antiquissima", la chiesa di S. Maria Assunta fu sottoposta a radicale rifacimento a partire dal 1786, secondo i disegni redatti da due periti del luogo (Francesco e Silvestro Giorgetti) e recentemente pubblicati. Ne furono stravolti interno ed esterno della chiesa, pur nel rispetto delle dimensioni originarie dell'invaso. Le cappelle laterali seicentesche, invece, furono risparmiate e incorporate nel disegno complessivo del nuovo edificio.

 

Descrizione
La chiesa delimita, con la sua allungata mole, il lato settentrionale del complesso di Domo, articolata distribuzione di edifici sacri che, un tempo, rappresentava il centro plebano di un vasto territorio affacciato alla sponda orientale del lago Maggiore. Il complesso è ancora ben leggibile nell'originaria distribuzione gerarchica delle componenti che prevedeva, accanto alla chiesa grande, un oratorio per le funzioni invernali (dedicato a S. Stefano) e un battistero, alloggiato in un fabbricato del tutto autonomo, a pianta ottagonale, oggi parzialmente inglobato in case canonicali seicentesche. S. Maria Assunta conserva, di anteriori fasi edilizie, alcuni resti sul fianco meridionale, nonché il possente campanile innalzato sul basamento di una torre militare di rilevante antichità (forse dell'VIII sec.). Per il resto, è frutto di una radicale ricostruzione operata alla fine del XVIII sec. La chiesa si sviluppa in un'unica navata con altare maggiore rivolto a est. A metà circa della navata si aprono due cappelle laterali, una per parte, a terminazione poligonale; la cappella di sinistra è dedicata alla Madonna del Rosario; quella destra è intitolata al Sacro Cuore di Gesù. L'organo è insigne strumento, con materiale fonico in parte risalente alla fine del XVI sec.; proveniente dalla Collegiata di Castiglione Olona, fu trasportato a Domo nel 1872 e, unitamente alla bella cassa lignea intagliata, installato sulla cantoria in controfacciata.

Pianta
La chiesa si sviluppa in un'unica navata, con altare maggiore rivolto a est. A metà circa della navata si aprono due cappelle laterali, una per parte, a terminazione poligonale; la cappella di sinistra è dedicata alla Madonna del Rosario; quella destra è intitolata al Sacro Cuore di Gesù. Il campanile si appoggia sul fianco meridionale. Alla chiesa si accede, oltre che dalla facciata, da un ingresso laterale rivolto alla raccolta piazzetta interna al complesso spirituale di Domo.
Coperture
Il complesso presenta un omogeneo manto di copertura in coppi, retto da un ordito ligneo. La cuspide del campanile è rivestita di scandole di pietra.
Campanile
Il campanile è quanto rimane di un possibile presidio militare esistente nel luogo. Il basamento, infatti, è stato riconosciuto come quello di una torre militare, conservatasi sino alla rilevante altezza di circa 11 metri. Ha dimensioni in pianta di 6 m x 6, 50 m e è alto complessivamente 33 m circa. Le murature hanno spessore di 1,5 m alla base. Al di sopra del basamento, si eleva un fusto corrispondente ad una prima fase di trasformazione in campanile vero e proprio, operata in età romanica. La parte sommitale, con la cella campanaria, invece, è frutto di un ulteriore rialzo eseguito in epoca moderna (dopo il 1686).
Struttura
Le murature sono in pietrame misto, posate su giunti di malta e a vista su tutti i prospetti della costruzione, ad eccezione della facciata, intonacata e rivestita di stucchi.
Impianto strutturale
La semplice pianta è arricchita in elevazione da un complesso gioco di volte. La navata unica è scandita in tre campate; un'ulteriore campata, prima dell'abside poligonale, è già adibita ad area presbiteriale. In corrispondenza della campata mediana si aprono le due cappelle laterali affrontate. Le campate estreme sono coperte con volta a botte "unghiata"; la campata mediana, in corrispondenza delle cappelle laterali, è coperta da un cupolino ribassato impostato su una pianta ovale. Le due cappelle laterali, seicentesche e dunque precedenti alla chiesa attuale, sono concluse in alto da uno slanciato semicupolino, percorso da nervature. D'identica ispirazione è la copertura sopra l'abside poligonale, con volta retta da possenti nervature raccordate al vertice; tra le nervature si aprono le finestre per l'illuminazione dell'interno.
Altare maggiore
L'altare maggiore antico è rilevante opera d'intaglio ligneo policromo che attende ancora una corretta identificazione e l'associazione ad una delle botteghe operanti nel corso del XVII sec. nelle valli attorno al Verbano. L'area presbiteriale è ancora circondata dalla balaustra in marmi policromi di fattura seicentesca.
Pavimenti e pavimentazioni
Lo spazio per i fedeli, nella navata maggiore, presenta un pavimento in seminato, ottenuto con tessere di marmo di recupero. Il presbiterio ha, invece, un pavimento in mattonelle esagonali di cemento posate durante un non documentato intervento dei primi decenni del XX sec. Si conservano le soglie e i gradini in marmo a delimitazione degli altari laterali e dell'altare maggiore.

 

Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (1967)
Attorno al 1967, per dar corso ad un primo adeguamento liturgico, l'area presbiteriale della chiesa fu dotata di una nuova mensa d'altare in forma di semplice tavolo ligneo mobile. Sopravvive sia l'altare antico seicentesco, sia la balaustra settecentesca di delimitazione verso l'aula dei fedeli.